Jolly Mare
IT, Red Bull Music Academy, Slow Motion



“New face of Italian Disco”: all'estero gira già da un po' di tempo questa definizione attorno a Jolly Mare. Considerando la ricchezza del patrimonio Italo Disco e del credito da culto assoluto che gode fuori dai confni italiani, è di sicuro una defnizione lusinghiera. Al tempo stesso, è però riduttiva ed imprecisa: perché se è vero che nella sua musica Jolly Mare incorpora vari elementi presi dagli anni 80 in chiave dance (electro e dintorni, in primis), è altrettanto vero che riesce a cavalcare in maniera personalissima territori musicali molto più vasti, trovando sempre un equilibrio che a parole è inspiegabile mentre nei fatti (e nei dancefloor) risulta assolutamente perfetto e centrato. Merito della sua capacità tecnica (un passato da turntablist di alto livello, con tanto di titolo IDA – International Dj Association – nel 2010); ma merito anche e soprattutto della sua sfaccettata sensibilità musicale: una profonda conoscenza di tutti gli alfabeti del funk, una sensibilità “cosmica” che gli permette immaginifci re-edit (anche a sorpresa, come quelli su Pino Daniele e Vasco Rossi), una inappuntabile padronanza anche delle architetture a cassa dritta (house, o pure certe suggestioni detroitiane), il tutto fuso in una veste sonora che riesce ad essere magicamente senza tempo, piena di omaggi e riferimenti al passato ma con la capacità di suonare in modo del tutto contemporaneo, anzi, spesso ancora direttamente ultra-futuristico. Un talento cristallino. A certifcarlo, le esibizioni in festival come il Sonar (il suo set è stata una delle grandi sorprese dell'edizione 2014) o gli inglesi Parklife, Bestival, Tramilines. Così come signifcativa è stata la chiamata della Red Bull Music Academy 2013, a New York, dove Fabrizio Martina (questo il suo nome all'anagrafe) ha aperto a mostri sacri come i Masters At Work o creato musica insieme a geni come Thundercat (il bassista di fiducia di Flying Lotus). Si muove già su traiettorie internazionali, Jolly Mare, come non sempre accade ai dj e producer italiani. Ma questo non inficia assolutamente il suo rapporto con la scena di casa nostra: tra slot come guest di punta a vari festival (Spring Attitude, Streamfest, Jazz:Re:Found) e serate di alto livello (la condivisione di consolle con Theo Parrish al Magga, alla serata Harmonized, o le ospitate speciali per Le Cannibale a Milano), quello che si ha davanti è di sicuro uno dei nomi su cui scommettere di più per il futuro. E, in realtà, anche per il presente. 
 

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