Ghostpoet
UK, Brownswood Recordings

Obaro Ejimiwe, aka Ghostpoet, ride ricordando quando nel 2010 Gilles Peterson corse un rischio per un anticonformista random ingaggiandolo come DJ a Radio 1 per la Brownswood Imprint. Nel giro di un anno quel rischio l'ha ripagato: l'album di debutto di Ghostpoet, "Peanut Butter Blues & Melancholy Jam", lo ha contraddistinto come una delle più alternative, inclassificabili ed innovative voci emergenti nella musica inglese dell'ultima decade, ed è stato sorprendentemente premiato con una nomination al Mercury Prize nel 2011. Due anni dopo, passato dalla Brownswood alla Play It Again Sam, la creatività di Ghostpoet è sbocciata ancora di più. Nel suo secondo album "Some Say I So I Say Light" ha spinto ulteriormente in tutte le direzioni rispetto a "Peanut Butter Blues", fondendo l'astratto ed il concreto con un talento innaturale. Industrial beats, risonanti battute di piano e ultra-dettagliate decorazioni forniscono un sottofondo ad un artista, che sembra sempre più un uomo invecchiato prima del tempo. Ghostpoet attribuisce la propensione alla sperimentazione dell'album al cambiamento della situazione di registrazione. Mentre "Peanut Butter Blues" fu completamente auto-prodotto al computer nella camera di Ghostpoet, "Some Say I So I Say Light" è un lavoro di studio, realizzato con la collaborazione del talentuoso Richard Formby (Wild Beast, Darkstar, Egyptian Hip Hop). Immediatamente accattivante e unicamente onesta, la musica di Ghostpoet prende davvero vita quando si esibisce live.
 

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