Carl Craig... techno and beyond

Carl Craig è il più alto rappresentante della seconda onda della Techno detroitiana. Probabilmente il DJ/produttore che più di chiunque altro ha saputo veicolare la forma e la sostanza della Techno al di fuori della città che ne vide ufficialmente la nascita nella metà degli anni 80, grazie all'opera di Juan Atkins, Derrick May e Kevin Sauderson. Senza mai scomodare il radicalismo del collettivo Underground Resistance (la corrente Techno più politicizzata fondata da Jeff Mills e Mike Banks) e allontanandosi allo stesso tempo dai canoni del trio di Belleville (Atkins-May-Saunderson), Carl Craig ha saputo far collimare poliedricamente l'anima della Motor-City con diversi orizzonti musicali, muovendosi con disinvoltura dal puro lavoro di re-edit di un classico giamaicano come "Congo Man" di Lee Perry, all'articolata rilettura contemporanea di opere classiche come il Bolero di Ravel, uscita per la Deutsche Grammophon con il titolo Recomposed, con la collaborazione del berlinese Moritz von Oswald aka Maurizio (Basic Channel). Con gli pseudonimi di BCF, Paperclip People, 69, Designer Music, Psyche e Innerzone Orchestra, l'aristocratico Craig, ha penetrato trasversalmente quello che spesso viene banalmente collocato a metà strada tra House e Techno: una limitazione che finisce inevitabilmente per ridurre la portata del lavoro dell'artista afro-americano: un esempio su tutti è "Throw" di Paperclip People, il classico che nella metà degli anni 90 ha infiammato i dancefloor di tutto il pianeta. Le produzioni con l'alias di Psyche hanno addirittura influenzato la scena jungle inglese: Fabio suonava i brani di Craig a 45 giri. Dai seminali brani dei primi anni 90 usciti per la sua Retroactive, alle odierne esperienze su Planet-E, l'opera di Craig è caratterizzata da un dirompente instinto elettronico, che serpeggia prepotentemente per far tornare magicamente i conti senza mai lasciare nulla d'incompiuto. Un afrocentrismo unico che per le sue concessioni è stato a volte descritto come pura utopia. Nel 2008 la collaborazione con il pianista Francesco Tristano e Moritz von Oswald sfocia nella performance con ventotto elementi di orchestra alla Cité de la Musique di Parigi, dove vengono reinterpretati i classici dell'opera di Carl Craig, uno dei personaggi più significativi nel panorama musicale contemporaneo.


 
 

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