Blues a 120 bpm

Qualche giorno fa mi è capitato di ascoltare questo disco, Midtown 120 Blues, che mi ha talmente folgorato per la sua bellezza così immediata e profonda, che mi sono voluto andare a leggere un po’ di informazioni sull’artista che l’ha creato, tale sig. Terre Thaemlitz, il quale pare sia un noto attivista omosessuale e transgender, oltre che artista multimediale, avendo inciso in passato per etichette quali la Mille Plateaux e avendo collaborato con una serie infinita di artisti.

Midtown 120 è il primo disco che Thaemlitz incide a nome DJ Sprinkles, a parte due EP usciti qualche anno fa, ed è un omaggio incondizionato alla scena house degli esordi, quella descritta inesorabilmente da una voce nell’iniziale "Midtown 120 - intro", vero manifesto di tutto il disco: “there must be a hundred records with voiceovers asking 'what is house?' The answer is always some greeting card bullshit about life, love, happiness”; la voce ci ricorda invece che la house, nata como noto in certi ambienti gay, era fatta soprattutto da storie di emarginazione, sofferenza, solitudine, dipendenza da droghe, in locali in cui i dj erano poco ascoltati e mal pagati. Tutte queste cose, che siamo interessati o no a certi argomenti, traspirano da ogni battito del disco, settato su un caldo ritmo di 120 bpm, in bilico fra malinconia blues, passaggi ambient, accennati fraseggi di piano e voci in lontananza, che alla fine del disco si tramutano in sporadici guizzi di felicità effimera (“the occasional feel-good”) a ricordarci che cosa era la house  per chi la visse in prima persona e prima che il mondo del pop se ne impadronisse completamente ("Ball’r  Madonna-free zone").
Un disco a cuore aperto, bello dalla prima all’ultima nota, perfetta trasposizione di quel volto in copertina che pare voler sorridere nonostante tutto.  


 

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